Don Nicola Giordano

Nacque a Polignano a Mare, una cittadina posta sul mare in provincia di Bari, in Puglia, al sud di Italia, il 9.04.1933, da Francesco e Antonietta, ultimo di 6 figli.
Entrò nel Seminario diocesano di Monopoli (Bari) ancora fanciullo, dopo la Prima Comunione. Continuò i suoi studi nel Seminario Regionale di Molfetta.

Fu ordinato sacerdote il 15 luglio 1956 nella sua Diocesi di origine.

Si laureò in Lettere classiche presso l’Università di Roma discutendo una tesi su L’epicureismo in Virgilio. Influssi lucreziani nelle Georgiche, relatore il Prof. Antonio Traglia. Insegnò per molti anni Italiano, Latino e Greco nel Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta e nei Licei statali.

Fu chiamato successivamente a insegnare Spiritualità e Patrologia al Seminario Regionale di Molfetta, presso la Facoltà di Teologia ecumenico-patristica S. Nicola di Bari, e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli.

A partire dal 1968 diede vita all’Istituto Secolare Jesus Victima, Istituto di vita consacrata contemplativa nel mondo, con l’intento di diffondere la spiritualità dell’uomo immagine di Dio e l’impegno della Configurazione a Cristo. L’Istituto Jesus Victima ricevé il riconoscimento pontificio da parte della Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica nel 2007.

Come emanazione dello stesso Istituto, e con la stessa spiritualità di impegno laicale per la diffusione e la promozione della dignità della persona, vista come immagine e somiglianza di Dio, fondò il Movimento di Spiritualità Vivere In, Associazione ecclesiale laicale, che ricevé il riconoscimento pontificio nel 2001 dall’allora Pontificio Consiglio per i laici, oggi Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

Ha tenuto numerosi corsi di Esercizi spirituali a consacrati e presbiteri, Esperienze dello Spirito a laici adulti e giovani e gruppi famiglia, Corsi di formazione; ha tenuto relazioni a tutti i Convegni zonali e Nazionali del Movimento di Spiritualità “Vivere In”, in diverse diocesi e città italiane.

La sua attività apostolica si è estesa in alcuni Paesi del Centro America (Costa Rica, Salvador, Honduras, Portorico, Nicaragua, Panama, Guatemala) e in Messico, ove sono sorti l’Istituto secolare Jesus Victima e gruppi di Movimento informati allo stesso ideale del Vivere In.

Una cura particolare ha rivolto ai Sacerdoti diocesani di quei Paesi, per i quali ha tenuto corsi di Esercizi spirituali, invitato dai rispettivi Vescovi.

Ha fondato nel 1973 e diretto fino al 2018 la rivista “Vivere In”, bimestrale di Spiritualità, Cultura, Attualità, Informazione. Ha fondato in Italia la omonima Casa Editrice Vivere In, con l’intento della diffusione della cultura cristiana e della dottrina della Chiesa.

Ha scritto molti libri di riflessione biblico-patristica e di spiritualità laicale. Molta parte dei suoi scritti è ancora inedita; la sua produzione accademica sui Padri greci ha circolato in forma di dispense nelle Facoltà teologiche in cui ha insegnato.

Ci ha lasciati, dopo un periodo di malattia, in cui ha testimoniato la sua offerta silenziosa al Signore e alla Chiesa, il 17 marzo 2019, nella seconda domenica di Quaresima detta della Trasfigurazione, quasi a conferma del passaggio verso la piena conformità a Gesù Sacerdote e Vittima che egli aveva amato e per il quale si era speso in un inarrestabile e sempre nuovo impegno apostolico.

La conformità nell'amore

Nell’impegno spirituale del Movimento Vivere In ci riferiamo al progetto divino espresso da San Paolo nella lettera ai Romani.

Il fondamento del nostro vivere e della nostra identità sta nell’accogliere ed attuare i testi scritturistici che hanno sempre illuminato il nostro cammino.

L’apostolo Paolo scrive: “Tutti coloro che Dio ha conosciuto nella sua prescienza li ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo ” (Rom 8, 29).

La legge dell’amore, pertanto, ci sembra il nucleo essenziale del progetto divino che vuole la trasformazione dell’umanità intera nella identità del Figlio Primogenito.

Il Movimento “Vivere In” ha scelto come ideale e come sua prerogativa la realtà della configurazione a Cristo.

È la dimensione disposta da Dio a favore di tutta l’umanità.

Il Movimento “Vivere In” considera questo messaggio come il fondamento di ogni autentica spiritualità perché il Padre ha fatto di Cristo il cuore dell’universo, tutto ha posto nelle sue mani, a lui ha affidato la salvezza di ogni uomo. Il Padre vuole che i suoi adoratori lo adorino in Spirito e Verità, cioè nella piena conformità al Verbo Incarnato e al Divino Spirito.

È questo il desiderio, il progetto, il piano di Dio.

Il Movimento “Vivere In ” ne è consapevole, lo accetta ed intende divulgarlo in tutto il mondo.

Nostro obiettivo è mirare alla conformità.

Siamo tutti consapevoli che il termine conformità non è da considerarsi come un valore “sovrapposto” alla umanità ma come il valore essenziale, completivo, finale che il Sommo Creatore ha immesso nella genesi della creatura uomo.

Il termine conformità non sta a significare una semplice rassomiglianza, una generica approssimazione o, peggio, un elemento di paragone.

Indica, esprime, significa, esige una piena identità che potremo ben chiamare “connaturalità” se al termine forma attribuiamo, come è esatto, il suo valore di natura.

Il testo dell’apostolo Paolo potrebbe essere cosi tradotto: Dio vuole che tutti gli uomini da lui creati giungano alla connaturalità col Figlio suo.

Se la volontà divina riguardasse soltanto la natura umana sarebbe inutile parlare di piano di Dio per tutti gli uomini in quanto il Figlio si è fatto connaturale all’uomo nascendo da Donna. È evidente che il testo paolino allude alla connaturalità divina dell’uomo con Gesù, Figlio di Dio.

Ne deriva, e ne siamo pienamente convinti, che la conformità richiesta da Dio non va riscontrata e realizzata in una forma intessuta di esteriorità come un abito da sovrapporre alla natura, bensì in una forma (natura) interiore, profonda, essenziale che deve entrare ed appartenere totalmente alla natura umana dell’uomo. Nella connaturalità potremmo anche vedere l’essenza della forma primordiale che si ritrova nell’uomo. D’altronde se l’uomo ha Dio come Padre è evidente che nella sua natura è viva, in nuce, la presenza della natura divina. Ci piacerebbe parlare del DNA divino presente nella natura umana, confermato dalla dottrina dell’ “innesto” di grazia nella natura umana e dalla realtà della “inabitazione” (Logos eskènosen en emìn).

Se poi ricordiamo che l’essenza della forma primordiale di Dio, la sua natura, è l’amore, dovremmo dire che anche per l’uomo la connaturalità deve consistere nell’Amore non come un habitus ma come la qualitas.

Dio è Amore.
Perché Amore, è Vita.
Perché Vita, è Padre.
Perché Padre, è Creatore.
Perché Creatore, è Salvatore e Redentore.
Perché Salvatore e Redentore, è Misericordia e, quindi, Medico, Maestro, Guida.
In questo Dio noi crediamo.

Questo Dio noi cerchiamo di amare: lo vogliamo conoscere, incontrare, annunziare perché ci vuole connaturali al Figlio suo.

(Nicola Giordano – Corso responsabili 29-30 luglio 2005)